Articolo: Test al broncodilatore
Cos’è?
Il test al broncodilatore è utilizzato nella pratica clinica per la valutazione della reversibilità della malattia ostruttiva. Nato più di quattro decadi or sono con l’aspettativa di differenziare l’asma bronchiale dalla broncopneumopatia ostruttiva cronica (BPCO), il test ha perso parte del suo smalto dopo che due grandi studi pubblicati intorno alla metà degli anni 80 hanno riportato risultati abbastanza sovrapposti tra le due malattie oscurando una chiara linea di demarcazione. Test ed interpretazione sono standardizzati da Linee Guida Internazionali (1-3).
A cosa serve?
Lo scopo principale del test è valutare il grado di reversibilità di un difetto ventilatorio ostruttivo e di riflesso l’ipotesi che questo sia compatibile con una delle due malattie ostruttive più frequenti, l’asma bronchiale o la BPCO. Un risposta viene detta positiva quando l’aumento dell’FEV1 e/o VC supera i limiti di variabilità naturali settati al 12% del valore di base e 200 ml. Come anticipato nel paragrafo precedente, molti pazienti affetti da BPCO in realtà dimostrano una significativa risposta al broncodilatore, anche se questa è in media inferiore a quella osservata nei pazienti affetti da asma bronchiale. Quello che però si può dire è che un aumento dell’FEV1 >400 ml è altamente suggestivo di asma bronchiale.
Se la risposta è misurata con la FOT (R5), il 95° percentile della variazione di R5 è il 35%.
Come si esegue?
Il paziente esegue una spirometria di base. Successivamente, inala un farmaco broncodilatatore a breve durata d’azione (es. salbutamolo) alla dose di 400 mcg possibilmente attraverso uno spaziatore. Dopo un’attesa di 20 minuti per permette che il farmaco sviluppi tutta la sua azione, il paziente ripete un’altra spirometria. La risposta viene valutata in base all’aumento percentuale e assoluto dell’FEV1 e/o VC. Aumenti dell’uno o altro indice superiori al valore del 12% e 200 ml rispetto al basale sono da interpretare come dovuti all’effetto del farmaco. Aumenti dell’FEV1>400 ml sono invece considerati molto suggestivi di asma bronchiale, in particolar modo in presenza di una storia di asma bronchiale. Si ricorda che valori inferiori alla soglia di variabilità naturale possono essere osservati nell’asma bronchiale in caso di ostruzione costantemente o temporaneamente fissa. Nel secondo caso, un trattamento a lungo termine dimostrerà un significativo ed importante miglioramento del quadro funzionale.
Vantaggi e limiti del test
Il test ha il vantaggio che può essere eseguito anche nell’ambulatorio nel MMG o dello specialista. Lo svantaggio è che in molti casi non è diagnostico né conclusivo perché non riflette le variazioni a lungo termine della terapia medica bronco attiva.
Controindicazioni
Non esistono evidenti controindicazioni al test secondo le LG internazionali. Cautela dovrebbe comunque, essere usata nell’esecuzione del test in pazienti affetti da cardiopatia e/o importanti turbe del ritmo cardiaco.
Effetti collaterali
Tra gli effetti collaterali si segnalano talora tremori alle mani o alterazioni del ritmo cardiaco.
Per saperne di più
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